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Cosa fa un running coach

Aggiornamento: 8 gen

Il corpo umano è fatto per correre: dopo il camminare, correre è il movimento più naturale che possiamo compiere. Eppure le statistiche dicono che circa il 79% di coloro che inizia a praticare podismo si infortuna entro il primo anno di attività (il dato si riferisce a uno studio del 2012 condotto dall’Università di Harvard).

Perché?

Le ragioni sono molteplici:


1) Debolezza muscolare e rigidità articolare

La più comune delle cause che portano all’infortunio, è che spesso iniziamo a correre dopo anni di inattività sportiva, magari trascorsi alla scrivania davanti a un computer, e quando ci infiliamo le scarpe da running per la prima volta, abbiamo rigidità muscolare e carenza di condizione.


2) Sovraccarico muscolare da overtraining

Altre volte ci sono sportivi che passano al podismo dopo aver praticato altri sport, ad esempio il nuoto o il ciclismo (pensiamo a tutti coloro che, arrivando da questi due sport, inseriscono la corsa per diventare triathleti). Magari il loro apparato cardiovascolare è ben allenato, ma le loro gambe non sono abituati a sopportare lo stress muscolare richiesto dalla corsa. Gli atleti provenienti da altri sport spesso esagerano con i carichi di lavoro perché il loro cuore è aerobicamente pronto, ma le loro gambe no.


3) Errata tecnica di corsa

Per altre persone ancora, il rischio di infortunio più grande deriva da un’errata tecnica di corsa: chi atterra di tallone, genera uno stress eccessivo per le articolazioni, ed ecco che anche in questo caso l’infortunio è dietro l’angolo.


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Per tutti questi motivi, e per tutte le storie di corridori infortunati che sentiamo anche tra gli amici, siamo portati a considerare la corsa come uno sport traumatico. Non è così.

Ripeto: correre è il movimento più naturale per il corpo umano, che è stato progettato per muoversi attraverso la corsa. I nostri antenati, quando ancora non avevano imparato a utilizzare l’arco e le frecce, praticavano la caccia di persistenza, e grazie ad essa sono sopravvissuti: rincorrevano le prede fino a quando queste, non avendo più fiato, schiattavano letteralmente al suolo. Di tutti i mammiferi, infatti, l’uomo non è il più veloce, ma in assoluto il più resistente, grazie alla sua capacità di dissipare il calore attraverso l’organo della pelle, e quindi ritardando il surriscaldamento del proprio organismo (cosa che nessun’altro mammifero sa fare).


Siamo progettati per correre. Dobbiamo solo re-imparare a farlo nel modo corretto.
Dobbiamo ripartire dalle basi. Dalla tecnica di corsa. Dalla forza muscolare. Dalla corretta gestione dei carichi di lavoro.

Un running coach può aiutarti in tutto questo.

Il running coach non è solo colui che ti prepara una tabella di allenamento con scritto quanti chilometri correre e a che velocità.

Il running coach è una guida che ti aiuta a curare ogni aspetto che ha a che fare con il movimento, per limitare il rischio di infortuni e raggiungere il tuo più alto potenziale sportivo.

Lo fa curando diversi aspetti, tra cui:


* Sviluppo della corretta tecnica di corsa

Per imparare a ridurre gli impatti della corsa su ossa e articolazioni, ma anche per migliorare l’economia del gesto atletico, il che significa correre più a lungo e più veloce spendendo meno energia.


* Gestione corretta dei carichi di lavoro

Per evitare infortuni da sovraccarico muscolare, ma anche per ottimizzare gli allenamenti, in modo tale che si evitino i km “spazztura” e che ogni seduta di allenamento abbia un senso e sia finalizzata allo sviluppo di una precisa abilità/capacità fisiologica.


* Sviluppo della forza funzionale, della condizione e della mobilità

Eseguendo movimenti vari e funzionali ad alta intensità, costruirai una base atletica completa e uno stato di salute che ti consentirà di correre più velocemente e in modo più sano.


* Focus sull’aspetto nutrizionale

Per imparare come nutrire il tuo corpo con il giusto “carburante” per rimanere sano, favorire il recupero muscolare e avere sempre energia durante le gare e gli allenamenti.


* Preparazione mentale

Perché per riuscire in ogni cosa, nella vita come nello sport, serve disciplina, intenzione, motivazione. L’aspetto mentale è fondamentale per permettere all’atleta di affrontare la corsa sempre con il piacere di farlo, e con un “perché” chiaro e auto-motivante. La corsa richiede pazienza, accettazione, costanza. Non si costruisce un atleta in pochi allenamenti. L’atleta con il giusto atteggiamento mentale è colui che sa fare in ogni momento quello che deve fa. E così raggiunge grandi obiettivi, un passo per volta.


* Empatia & gioco di squadra

Affianco alla competenza propria della sua materia, un buon running coach deve essere dotato di capacità relazionali. Egli stabilisce un contatto personale con l’atleta, lo conosce a fondo, sa da dove parte e dove vuole arrivare, e per questo lo aiuta a costruire un percorso adatto a lui, che tenga conto della sua storia atletica, del suo passato, della sua età, della sua condizione di salute, di ogni aspetto della sua vita.


Quando si instaura una relazione di fiducia tra coach e atleta, allora l’atleta riuscirà ad esprimere il suo migliore potenziale eliminando ogni possibile errore in fase di preparazione. E sarà un successo per entrambi.






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